CBAM: l’Unione Europea intensifica i controlli. Le imprese devono dimostrare la conformità

Negli ultimi mesi, diverse imprese italiane hanno ricevuto comunicazioni ufficiali dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con cui vengono sollecitati ad adempiere agli obblighi previsti dal CBAM. È un segnale chiaro: il meccanismo è pienamente operativo e le verifiche sono in corso. Il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), introdotto con il Regolamento (UE) 2023/956 e reso attuativo dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1773, punta a garantire che le merci importate nell’Unione Europea siano soggette a un prezzo del carbonio equivalente a quello applicato ai beni prodotti nel mercato interno. L’obiettivo è duplice: tutelare il sistema europeo da pratiche distorsive e incentivare una transizione climatica uniforme anche fuori dai confini UE. Con l’avvio formale dei controlli, la conformità al CBAM non è più una questione di pianificazione futura: oggi, le imprese devono dimostrare la correttezza dei propri dati e la tracciabilità delle emissioni incorporate nei beni importati. Chi è interessato dal CBAM e cosa prevede il periodo transitorio Il CBAM è stato introdotto dal Regolamento (UE) 2023/956 e reso operativo dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1773. Si applica, nella sua prima fase, a sei settori ad alta intensità carbonica: Il periodo transitorio è in vigore dal 1° ottobre 2023 al 31 dicembre 2025. Durante questo intervallo, le imprese non devono ancora acquistare certificati CBAM, ma sono obbligate a trasmettere trimestralmente una relazione contenente: Fino al 31 luglio 2024 era consentito l’utilizzo di metodi semplificati o valori predefiniti.Oggi le aziende devono applicare metodologie di calcolo riconosciute, assicurando la completa tracciabilità e coerenza dei dati dichiarati. Controlli attivi e sanzioni previste: cosa rischiano le imprese non conformi Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha già avviato i controlli, trasmettendo solleciti formali a diverse aziende italiane. L’inadempimento agli obblighi CBAM comporta sanzioni pecuniarie come previsto: I rischi per le imprese non si limitano a sanzioni dirette: la mancanza di trasparenza nella tracciabilità può generare verifiche ispettive, sospensioni e ricadute reputazionali. Il 2026 segna l’avvio della fase definitiva del CBAM Dal 1° gennaio 2026, il CBAM entrerà a regime. Le imprese saranno tenute a: Si tratta di una vera e propria estensione del sistema ETS europeo alle merci estere, che influenzerà in modo strutturale le filiere di approvvigionamento, i processi logistici e la programmazione doganale. Come affrontare il CBAM con Tecno VAT Tecno VAT offre alle imprese un servizio dedicato per affrontare in modo efficace gli obblighi CBAM. Il nostro supporto si articola in: Il punto di forza del nostro approccio risiede nell’integrazione di competenze ambientali, normative e fiscali, grazie alla sinergia tra le realtà del Gruppo Tecno. Adeguarsi al CBAM oggi significa garantire continuità e credibilità Il CBAM è pienamente operativo e le autorità hanno avviato le prime verifiche formali.Per le imprese coinvolte, questo è il momento di consolidare processi, dati e competenze, assicurandosi di rispondere in modo puntuale e trasparente agli obblighi previsti. Essere in regola non è solo un adempimento normativo, ma un elemento distintivo: rafforza la fiducia dei clienti, la reputazione verso il mercato e la capacità dell’azienda di affrontare la transizione sostenibile in modo concreto e tracciabile. Per approfondire il servizio CBAM di Tecno VAT, visita la pagina dedicata.
Standard VSME: la rendicontazione di sostenibilità che parla la lingua delle PMI

Non tutte le imprese sono obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità secondo gli standard ESRS. Eppure, sempre più PMI si trovano a dover dimostrare il proprio impegno ESG a clienti, investitori, fornitori o istituti di credito. Come fare? Come parlare di ambiente, persone e governance senza perdersi in tabelle complesse o percorsi pensati per aziende di grandi dimensioni? A questa domanda rispondono i nuovi standard VSME, introdotti dall’EFRAG per offrire alle PMI una cornice volontaria, proporzionata e credibile per rendicontare la sostenibilità. Cosa sono i VSME I Voluntary Standards for Micro and Small Enterprises (VSME) sono linee guida pensate per chi non è soggetto alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ma desidera strutturare e comunicare il proprio impegno ESG in modo trasparente e accessibile. Sono disponibili in due versioni: Entrambi i modelli mantengono un linguaggio chiaro, un’impostazione graduale e un focus sulle informazioni davvero rilevanti. Perché i VSME contano (anche se non obbligatori) Adottare gli standard VSME non è solo una scelta di trasparenza. È un segnale preciso, che dice ai tuoi stakeholder: ci stiamo attrezzando per il futuro. Significa essere pronti a rispondere a clienti che chiedono garanzie sui fornitori, a bandi pubblici che premiano l’impegno ESG, a finanziatori che valutano i rischi ambientali e sociali dell’azienda. È anche un modo per valorizzare ciò che già si fa. Molte PMI italiane hanno da tempo adottato pratiche sostenibili – dal risparmio energetico alla gestione dei rifiuti, dai progetti sociali alla sicurezza sul lavoro – ma faticano a raccontarlo con metodo. I VSME aiutano proprio in questo: a mettere ordine, a dare evidenza e a farsi capire. I vantaggi per le PMI Quali sono i vantaggi per le PMI? A differenza di molti schemi proprietari, i VSME parlano la stessa lingua delle istituzioni europee e dei principali attori finanziari. Sono un biglietto da visita utile, riconoscibile e in linea con i trend futuri. Il supporto di Tecno Group In Tecno Group abbiamo scelto di accompagnare le PMI in questo nuovo scenario, con un approccio pratico e personalizzato. Offriamo: Crediamo che anche le piccole imprese abbiano diritto a raccontare la propria responsabilità in modo chiaro, serio, accessibile. Vuoi capire se i VSME sono adatti alla tua impresa? Scrivici per ricevere una valutazione gratuita e costruire insieme un percorso su misura.La sostenibilità non è solo per pochi: con i VSME, anche le PMI possono fare la differenza.
Sostenibilità aziendale: un investimento che migliora ricavi, reputazione e accesso al credito

Negli ultimi anni, la sostenibilità aziendale è uscita dalla dimensione puramente etica per diventare una leva di crescita misurabile. Sempre più aziende che adottano strategie ESG registrano benefici tangibili: aumento dei ricavi, miglioramento della reputazione e condizioni di finanziamento più favorevoli. Un’indagine condotta nel marzo 2025 su scala nazionale lo conferma: le imprese che integrano la sostenibilità nel proprio modello operativo ottengono performance migliori rispetto ai competitor. In particolare, tra chi ha già avviato un percorso strutturato in ambito ambientale, sociale e di governance si osservano: Le azioni più efficaci per generare impatti sociali concreti Secondo l’indagine, le imprese riconoscono sempre più il valore delle iniziative che rafforzano il proprio impatto sociale. Tra le più rilevanti: Questi fattori si stanno trasformando in requisiti di base per chi vuole consolidare la propria posizione sul mercato e attrarre stakeholder consapevoli. Sostenibilità aziendale e vantaggi finanziari: non è solo reputazione Il 47% delle aziende che ha investito in iniziative ESG dichiara di aver ottenuto un ritorno economico diretto, in termini di: In un contesto normativo in evoluzione e con filiere sempre più attente alla responsabilità ambientale e sociale, essere sostenibili oggi significa essere competitivi domani. Imprese più credibili, brand più forti Il legame tra sostenibilità e reputazione aziendale è ormai evidente. Le aziende che comunicano in modo chiaro e verificabile il proprio impegno vengono percepite come più affidabili, trasparenti e innovative. Una percezione che incide direttamente sulla fiducia degli stakeholder e sulla solidità del brand. Chi adotta scelte strategiche coerenti con i criteri ESG rafforza la propria identità aziendale e costruisce una relazione più solida con clienti, dipendenti, investitori e comunità. La visione di Tecno Group: sostenibilità come strumento di trasformazione concreta In Tecno Group crediamo che la sostenibilità non sia un obbligo da assolvere, ma un’opportunità per ripensare i modelli di business, ottimizzare i processi e valorizzare le persone. Per questo accompagniamo le imprese in ogni fase del percorso, offrendo: Un futuro più sostenibile non si promette, si costruisce. Insieme.
Due diligence: cosa cambia con il pacchetto Omnibus UE

Con la presentazione del pacchetto Omnibus, la Commissione Europea ha aggiornato una serie di normative per semplificare il quadro della sostenibilità aziendale. L’obiettivo: ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, mantenendo gli impegni fondamentali in materia ambientale, sociale e di governance. Tra le aree toccate, una delle più significative riguarda la due diligence ai fini della sostenibilità. Le nuove disposizioni incidono direttamente sulle responsabilità delle aziende nei confronti della propria catena del valore. Due diligence ai fini della sostenibilità cosa prevede oggi il pacchetto Omnibus Il pacchetto ha proposto la modifica di alcuni punti chiave della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), introducendo semplificazioni operative e posticipi che impattano sulla gestione interna delle imprese. Ecco le principali novità: Meno obblighi, ma non meno attenzione Le modifiche puntano a rendere il sistema più gestibile, ma non alleggeriscono la responsabilità strategica delle imprese. Anche in un quadro meno stringente, gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e sociale restano centrali nella valutazione degli impatti e del rischio, nella gestione della reputazione e nell’accesso al credito. Per questo, è fondamentale non attendere l’obbligo ma organizzarsi per tempo con: Il supporto di Tecno Group Tecno Group accompagna le aziende nel processo di adeguamento con soluzioni pensate per integrare la due diligence di sostenibilità in modo operativo, concreto, misurabile. Offriamo: Integrare la due diligence di sostenibilità nel business non significa solo evitare sanzioni. Significa costruire una filiera più solida, più trasparente e più resiliente ai cambiamenti normativi e di mercato. Vuoi sapere a che punto sei? Contattaci per una valutazione preliminare gratuita. Iniziamo insieme a costruire un percorso di due diligence proporzionato, efficace e allineato ai nuovi standard europei.
Doppia materialità: cos’è, perché è obbligatoria e come applicarla

La direttiva CSRD ha ridefinito le regole del gioco nella rendicontazione di sostenibilità.Tra i requisiti fondamentali c’è l’obbligo di adottare il principio della doppia materialità: un approccio che impone di guardare alla sostenibilità da due prospettive, e di costruire su questa base tutte le strategie, i report e le decisioni aziendali. Vediamo cosa significa nel concreto e come Tecno Group accompagna le imprese in questo percorso. Che cos’è la doppia materialità? Il concetto di doppia materialità nasce per rendere la rendicontazione più aderente alla realtà.Richiede alle aziende di valutare ogni tema ESG (ambientale, sociale e di governance) da due punti di vista: L’incrocio tra queste due dimensioni produce un quadro completo e consente di definire i temi veramente rilevanti.Solo questi andranno rendicontati nel bilancio di sostenibilità secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Perché la doppia materialità è diventata obbligatoria? A renderla obbligatoria è la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore a gennaio 2024 e in fase di recepimento nei singoli Stati membri. Le prime aziende dovranno rendicontare nel 2025 (sui dati 2024), ma il perimetro si estenderà negli anni successivi fino a includere: Per tutte, l’analisi di doppia materialità è il punto di partenza obbligato.Senza questa valutazione, un bilancio di sostenibilità rischia di essere non conforme. Qual è l’obiettivo dell’analisi? Non si tratta solo di un adempimento. L’obiettivo è costruire una rendicontazione: La matrice di doppia materialità che ne risulta consente di prioritizzare i temi ESG, allineare i processi interni agli standard europei e rispondere in modo trasparente a clienti, investitori, banche e autorità. Come si conduce un’analisi di doppia materialità? L’analisi si sviluppa in fasi successive, che possono variare a seconda della complessità dell’azienda.In generale, il processo prevede: Come Tecno Group supporta le aziende Tecno Group accompagna le imprese nella costruzione di un’analisi di doppia materialità robusta, conforme e utile.Lo facciamo integrando competenze ESG, strumenti tecnologici e una metodologia adattabile a ogni settore. In particolare, offriamo: In ogni progetto, puntiamo a trasformare l’analisi in una leva per migliorare il posizionamento, ridurre i rischi e rispondere alle attese del mercato. La doppia materialità non è una fotografia. È un processo da aggiornare Una volta costruita, la matrice di materialità va rivista periodicamente, soprattutto in caso di: Vuoi costruire una doppia materialità utile, non solo conforme? Contattaci per pianificare un percorso su misura: ti aiutiamo a costruire una matrice che rispetti gli standard europei e guidi davvero le tue scelte strategiche.
Il nuovo ecodesign europeo: progettare prodotti per durare

Quando si parla di sostenibilità, la fase di progettazione è sempre più centrale. Il nuovo Regolamento Ecodesign per prodotti sostenibili, accompagnato dal piano di lavoro 2025–2030 approvato dalla Commissione Europea, stabilisce criteri chiari: i prodotti immessi sul mercato dovranno essere pensati fin dall’inizio per essere più durevoli, riparabili, riutilizzabili e tracciabili. Si tratta di una serie di regole tecniche con impatti concreti sul modo in cui le imprese progettano, producono e gestiscono i propri beni. Un approccio più ampio e tecnico alla sostenibilità Rispetto alla precedente direttiva, che si concentrava soprattutto sull’efficienza energetica di alcuni dispositivi elettronici, il nuovo regolamento amplia l’ambito di applicazione e introduce requisiti molto più articolati. Nei prossimi anni saranno interessati settori chiave come: Per queste categorie, il regolamento prevede l’introduzione di specifici criteri su durabilità, contenuto riciclato, facilità di riparazione, riciclabilità e impatto ambientale complessivo del prodotto. Le novità principali Due elementi in particolare cambieranno la gestione dei prodotti da parte delle imprese. Il primo è il Passaporto Digitale del Prodotto: un documento digitale che raccoglie informazioni essenziali su composizione, tracciabilità, prestazioni ambientali, corretto smaltimento o riuso. Il secondo è il divieto di distruggere gli invenduti, una misura destinata a contrastare sprechi evitabili e migliorare la gestione dei beni non distribuiti, a partire da settori ad alto turnover come moda e elettronica. Tempistiche e prossimi passi Il regolamento è in vigore dal luglio 2024. Tuttavia, la sua applicazione concreta avverrà progressivamente, attraverso atti delegati della Commissione Europea che definiranno nel dettaglio i requisiti tecnici per ogni gruppo di prodotti. Sono già in programma studi preparatori, consultazioni pubbliche e schede tecniche. Le prime misure attuative sono attese a partire dal 2027. Cosa cambia per le imprese Per le aziende, questo significa lavorare in anticipo sulla qualità progettuale. Le imprese dovranno verificare la conformità dei prodotti, aggiornare i processi interni per la raccolta e gestione dei dati ambientali, e garantire trasparenza lungo tutta la filiera. La documentazione richiesta sarà più strutturata e dovrà essere integrata nei sistemi già in uso, senza creare rallentamenti operativi. Il supporto di Tecno Group Tecno Group supporta le imprese in tutte le fasi di adeguamento al nuovo Regolamento Ecodesign. Offriamo: L’obiettivo non è solo rispettare una norma, ma costruire prodotti più affidabili e processi più trasparenti, senza appesantire l’operatività aziendale. Vuoi capire come prepararti? Contattaci per un primo confronto tecnico. Il momento giusto per iniziare è ora.
EUDR: non è solo una normativa. È un esame di maturità per le imprese

Dal 2025, le imprese che lavorano con cacao, legno, gomma, caffè, soia, palma da olio o bovini non possono più fare finta di niente. L’Europa chiede trasparenza. E la chiede per davvero. Non bastano più le dichiarazioni d’intenti, i bilanci impeccabili o le promesse sui social: con il Regolamento (UE) 2023/1115 – EUDR, ogni prodotto dovrà dimostrare, dati alla mano, di non essere legato alla deforestazione. Ma attenzione: l’EUDR non è solo una legge da rispettare. È un’occasione per guardarsi dentro. Per chiedersi: quanto conosciamo davvero la nostra filiera? Quanta fiducia possiamo trasmettere a chi sceglie i nostri prodotti? Oltre il rispetto normativo: un cambio di mentalità Il Regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE il 9 giugno 2023 e diventerà operativo per le grandi imprese dal 30 dicembre 2025, per le PMI dal 30 giugno 2026. Ma non è la data a fare la differenza. È il messaggio: non è più accettabile che il valore di un prodotto si costruisca a scapito di un ecosistema. L’EUDR ci spinge a cambiare prospettiva: non basta rispettare le regole, bisogna assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Non conta solo cosa mettiamo sul mercato, ma anche l’impronta che lasciamo nel mondo. Tre requisiti, una sola certezza: serve prepararsi ora Il regolamento vieta l’immissione nel mercato UE di prodotti che: Questa dichiarazione non è un semplice documento formale. È la prova che l’impresa conosce davvero la propria catena del valore, è in grado di mappare l’origine dei beni, di valutarne i rischi e di mitigarli con scelte concrete. È il momento in cui ogni azienda si espone. E lo fa per essere credibile. Cosa comporta davvero la due diligence? Non basta dire “il mio prodotto è sostenibile”. Serve dimostrarlo. Significa: Ecco perché non si tratta solo di adeguarsi a una norma. Ma di costruire un sistema interno robusto, trasparente, vivo. EUDR non riguarda solo chi importa legno Spesso si pensa che l’EUDR interessi pochi settori. In realtà, le ricadute sono trasversali: dalla moda (pelle bovina) al food & beverage (caffè, cacao, soia), dalla logistica (imballaggi in legno) al farmaceutico (derivati della gomma). Ogni anello della filiera è coinvolto, dall’azienda capofila al subfornitore più piccolo. La buona notizia? L’EUDR crea una base comune: finalmente, tutti devono giocare con le stesse regole. E chi non si adegua? Le conseguenze non sono solo sanzioni fino al 4% del fatturato. Sono anche reputazionali. Un marchio che oggi non è in grado di raccontare – e dimostrare – il percorso dei propri prodotti perderà la fiducia del mercato. Non si tratta più di greenwashing, ma di green credibility. O ce l’hai, o sei fuori. In Italia, il controllo sarà affidato al MASAF e al Corpo dei Carabinieri. Ma il vero controllo lo faranno consumatori, investitori, stakeholder. Online, in tempo reale. Il ruolo della tecnologia (e della cultura) Adeguarsi all’EUDR richiede strumenti tecnici: sistemi di raccolta dati, dashboard, interfacce digitali per compilare e inviare le dichiarazioni. Ma serve anche una cultura interna orientata al miglioramento continuo. Una governance ESG che non sia solo un’etichetta, ma un metodo. Come ti supportiamo in Tecno Group In Tecno Group, lavoriamo ogni giorno per aiutare le imprese a orientarsi in scenari complessi. Lo facciamo con strumenti digitali, consulenza normativa e una visione chiara della transizione sostenibile. Ti supportiamo in ogni fase del percorso EUDR: La tua azienda è davvero pronta ad affrontare l’EUDR con metodo, responsabilità e visione di lungo periodo? Scopri come possiamo accompagnarti in questo percorso
Guida completa all’Ecolabel UE: vantaggi, categorie e procedura di certificazione

In un contesto in cui le promesse ambientali sono sempre più frequenti ma non sempre fondate, l’Ecolabel UE rappresenta un riferimento solido e affidabile per aziende e consumatori. È il marchio ufficiale dell’Unione Europea per i prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita. Oggi, è uno degli strumenti più efficaci per comunicare la sostenibilità in modo trasparente e verificabile. A partire da settembre 2026 sarà uno dei pochi modi per poter fare green claim generici come “prodotto ecologico”, in linea con le più recenti normative europee e i nuovi divieti previsti. Cos’è l’Ecolabel UE: definizione e obiettivi principali L’Ecolabel UE è una certificazione ecologica volontaria che premia i prodotti e i servizi più attenti all’ambiente, considerando l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale. L’obiettivo è duplice: promuovere un modello di produzione più sostenibile e consentire ai consumatori di effettuare scelte consapevoli, basate su criteri ambientali chiari e verificati. Il marchio è stato istituito nel 1992 con il nome di Community Eco-label, nell’ambito delle politiche ambientali europee orientate al consumo sostenibile. Nel corso degli anni ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo nuove categorie di prodotti e servizi, diventando uno dei principali strumenti dell’UE per guidare la transizione ecologica su scala continentale. Come funziona l’Ecolabel UE? La certificazione viene rilasciata da un organismo indipendente, sulla base di criteri ambientali e prestazionali stabiliti dalla Commissione europea e aggiornati regolarmente. Questi criteri, che possono variare in base alla rilevanza per ciascuna categoria di prodotto, prendendo in considerazione ad esempio: Quali sono le categorie di prodotti ammissibili? L’Ecolabel UE si applica a prodotti e servizi che coprono molti ambiti della vita quotidiana e produttiva. Le categorie sono selezionate in base alla loro rilevanza ambientale e alla possibilità di verificarne concretamente le prestazioni ecologiche. Ecco i principali settori coinvolti: Come si ottiene l’Ecolabel? Il percorso in 6 step I vantaggi per le aziende Credibilità e fiducia Il marchio Ecolabel è riconosciuto da enti pubblici, aziende e consumatori come garanzia di serietà e impegno ambientale. Consente di comunicare l’eccellenza ambientale del proprio prodotto o servizio, senza rischi di greenwashing. Conformità alle nuove direttive sui green claim Con l’entrata in vigore della Direttiva UE 2024/825 per settembre 2026, l’Ecolabel diventerà uno dei pochi strumenti accettati per evitare il divieto dei claim ambientali generici, nonché il rischio di sanzioni e di greenwashing. Accesso agevolato a bandi e mercati europei Molti appalti pubblici premiano la presenza di certificazioni ambientali. L’Ecolabel rappresenta un vantaggio reale nei percorsi di internazionalizzazione. Efficienza e risparmio Rispettare i criteri Ecolabel comporta anche un miglioramento dei processi produttivi: meno consumi, meno sprechi, più sostenibilità. Valore ESG dimostrabile La certificazione si integra perfettamente con i percorsi di reporting ESG e con i requisiti richiesti dai principali stakeholder. Tecno Group ti supporta in ogni fase Ottenere il marchio Ecolabel UE richiede competenze tecniche, attenzione normativa e una visione integrata del ciclo di vita del prodotto. Noi di Tecno Group, come Sustaintech Corporation, affianchiamo le imprese in ogni fase del percorso con un approccio chiaro, concreto e basato su dati verificabili: Vuoi sapere se i tuoi prodotti possono accedere all’Ecolabel UE? Contattaci e costruiremo insieme un percorso su misura.
Monitoraggio della produzione industriale in tempo reale: il caso Heidelberg Materials

In un impianto industriale da centinaia di migliaia di tonnellate l’anno, sapere cosa si produce e quando non è un dettaglio: è la differenza tra controllo e incertezza, tra reattività e attesa. È da questa esigenza, concreta e urgente, che nasce la collaborazione tra Heidelberg Materials – uno dei principali player globali nei materiali da costruzione – e Tecno, con l’obiettivo di portare sul sito di Arancou, nei Pirenei Atlantici, un sistema di monitoraggio della produzione in tempo reale, preciso, scalabile e integrabile. Il risultato è un progetto esemplare di innovazione industriale abilitante, che ha permesso di superare i limiti della misurazione tradizionale e di accreditare un nuovo paradigma produttivo, fondato su dati, efficienza e visione condivisa. Heidelberg Materials: industria, innovazione e visione europea Heidelberg Materials è un gruppo internazionale con una presenza capillare in oltre 50 Paesi, attivo nella produzione di cemento, calcestruzzo e aggregati. In Francia, così come in Italia e nel resto d’Europa, rappresenta un punto di riferimento nel settore delle costruzioni, sia per volumi che per innovazione. Il sito di Arancou – parte dell’area Pirenei Atlantici – è un impianto strategico per il gruppo, con una produzione che varia tra 500.000 e 600.000 tonnellate all’anno. Numeri importanti, che richiedono precisione assoluta nella gestione degli stock, tracciabilità in tempo reale, e capacità di intervenire tempestivamente su ogni criticità operativa. Ma fino a poco tempo fa, la misurazione giornaliera della produzione era stimata, non certa. Le bilance installate lungo le linee richiedevano una calibrazione e manutenzione regolare e non fornivano una lettura integrata dei flussi. È da questa esigenza – emersa in modo chiaro dal team operativo – che nasce la collaborazione con Tecno. Il problema: quando la produzione è visibile solo a posteriori Nel settore dei materiali da costruzione, la continuità è tutto. Le consegne devono rispettare i tempi. Gli stock vanno controllati al dettaglio. Le risorse energetiche devono essere ottimizzate. Ma senza un sistema di rilevazione costante dei materiali movimentati, anche l’impianto più avanzato può essere costretto a operare al buio. Il team del sito di Arancou, guidato da Guillaume Lartigue, ha evidenziato una criticità specifica: “Non conoscevamo con esattezza la nostra produzione giornaliera. Questo generava incertezze nella gestione dello stock e rallentava le nostre decisioni.” La calibrazione periodica delle bilance, inoltre, comportava fermi tecnici e introduceva ulteriori margini di imprecisione. Il problema non era tecnologico in senso stretto: era strategico. Senza dati affidabili in tempo reale, non si può né migliorare, né prevedere tempestivamente. Il nostro approccio: ascolto, analisi, soluzione condivisa In Tecno, ogni progetto parte da una convinzione precisa: non esistono soluzioni standard. Esistono esigenze specifiche da ascoltare. Nel caso di Heidelberg Materials, il lavoro è cominciato con una fase di ascolto e analisi on-site, per comprendere nel dettaglio il funzionamento dei nastri trasportatori, l’infrastruttura elettrica esistente, e i requisiti software del sito. L’obiettivo era chiaro, ma ambizioso: Da questa analisi congiunta è nato il progetto di implementazione del sistema KontrolON. KontrolON: la tecnologia che abilita precisione e consapevolezza KontrolON è la piattaforma Tecno per il monitoraggio avanzato della produzione, dell’energia e dei processi industriali. È un sistema modulare, scalabile, progettato per dialogare con gli impianti esistenti e raccogliere i dati più significativi, trasformandoli in indicatori chiari e azionabili. Nel sito di Arancou, KontrolON è stato implementato attraverso l’installazione di sensori di potenza su ciascun nastro trasportatore. Grazie all’analisi dell’intensità elettrica, il sistema rileva in tempo reale la quantità di materiale che transita su ogni linea, con una precisione alla tonnellata. Ma il vero vantaggio è nell’integrazione: Il tutto è accessibile da interfacce semplici, in tempo reale, con possibilità di esportazione dati e connessione cloud. I risultati: efficienza misurabile, sicurezza operativa, dati strategici I vantaggi emersi nei primi mesi di utilizzo della soluzione KontrolON sono stati significativi e immediati. Eliminazione delle calibrazioni frequenti Il sistema basato su sensori ha reso non più necessario l’uso delle bilance, riducendo tempi morti, costi di manutenzione e rischi di imprecisione. Tracciabilità continua della produzione Oggi, ogni tonnellata è rilevata in tempo reale, con portate orarie aggiornate istante per istante. Gli operatori sanno sempre cosa sta accadendo nel cuore dell’impianto. Alert e rapidità d’intervento Grazie alla configurazione degli alert, qualunque variazione nei flussi viene rilevata immediatamente, permettendo agli operatori di intervenire senza ritardi. Monitoraggio dei consumi energetici Il sito ha oggi a disposizione un KPI fondamentale: il kWh/tonnellata, che consente di valutare l’efficienza energetica di ogni linea, ogni giorno. Valore strategico per il gruppo Il sistema non è solo uno strumento di misurazione: è una base dati strategica, utile per prendere decisioni a medio-lungo termine e replicare il modello in altri impianti del gruppo. Un progetto replicabile, nato da una visione comune Il successo del progetto di Arancou dimostra che la trasformazione digitale dell’industria è possibile anche partendo da una singola esigenza operativa. Ma ciò che ha reso questo intervento un vero caso di successo è stato l’approccio condiviso: Il risultato è una soluzione tailor-made, perfettamente integrata, che oggi permette agli operatori del sito di agire con maggiore sicurezza, tempestività e consapevolezza. Guarda il video con l’intervista a Guillaume Lartigue, Responsabile delle Operazioni per la regione di Arancou: La cultura del dato come motore industriale In un contesto in cui l’efficienza è una leva strategica e la sostenibilità un obiettivo comune, la capacità di misurare con precisione è diventata una delle competenze più preziose per ogni impresa manifatturiera. La collaborazione tra Tecno e Heidelberg Materials dimostra che la tecnologia, da sola, non basta. Serve una visione condivisa, un metodo progettuale attento, e la volontà di costruire soluzioni che abilitano, senza stravolgere. La vera innovazione è quella che mette i dati nelle mani giuste, al momento giusto, per prendere decisioni migliori e più rapide. KontrolON: rendere visibile ciò che conta KontrolON è la piattaforma progettata da Tecno per accompagnare le imprese verso una nuova forma di consapevolezza operativa. Non si limita a raccogliere dati, ma li trasforma in intelligenza applicabile, integrandosi nei processi esistenti senza forzature, potenziandoli dall’interno. Che si tratti di monitorare la produzione, gestire i consumi, ottimizzare
Cultura del dato: il nuovo motore della strategia aziendale

Fino a pochi anni fa, parlare di dati ambientali significava fare riferimento a rendicontazioni tecniche, spesso confinate ai margini del bilancio. Oggi quei numeri assumono una nuova centralità. Non sono più allegati statici, ma strumenti dinamici capaci di orientare scelte, definire priorità e rafforzare la direzione strategica dell’impresa.La cultura del dato si impone così come paradigma emergente per affrontare con consapevolezza la trasformazione sostenibile e digitale in corso. CSRD e dati ESG: cambia il ruolo dell’informazione L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) nel 2025 segna un punto di svolta. I dati ESG smettono di essere una raccolta accessoria e diventano parte integrante della performance aziendale.La cultura del dato, in questo contesto, rappresenta la capacità di costruire una visione strutturata e consapevole: non si tratta più di raccogliere tutto, ma di sapere cosa osservare, come interpretarlo e con quale finalità integrarlo nei processi decisionali. Dati che guidano, non decorano Un dato ambientale letto con superficialità resta silenzioso. Ma lo stesso numero, se inserito in un contesto strategico, può diventare leva di cambiamento.Un’analisi delle emissioni Scope 3, ad esempio, può suggerire una revisione della supply chain. Un dato sulla carbon footprint può influenzare il design di un prodotto. Una metrica sugli scarti industriali può aprire scenari di circolarità.La cultura del dato permette di compiere questo passaggio: da informazione a scelta, da numero a visione. Dashboard ESG: serve leggibilità, non quantità In molti casi le dashboard ESG sono pensate come vetrine da esibire, piene di indicatori difficili da interpretare. Ma una cultura del dato autentica richiede chiarezza: pochi dati, ben scelti, aggiornati, coerenti con il business model. Una dashboard efficace parla a tutti — non solo a chi lavora in ambito compliance o sostenibilità, ma anche a chi guida, decide, produce, comunica.Perché la strategia funziona solo se il dato diventa linguaggio comune. Il dato come metrica di fiducia e maturità Le imprese capaci di documentare con precisione il proprio impatto vengono considerate più affidabili.Gli investitori valutano la trasparenza del dato. Le banche iniziano a legare il credito a parametri ESG. I fondi sostenibili selezionano le aziende in base a quanto e come comunicano le loro performance.In questo scenario, la cultura del dato si afferma anche come leva reputazionale: uno strumento per dimostrare coerenza, serietà e visione a lungo termine. Il ruolo di Tecno Group: trasformare numeri in orientamento Come Sustaintech Corporation, Tecno Group affianca le imprese nella costruzione di una cultura del dato solida e funzionale. Progettiamo sistemi di raccolta dati ESG, costruiamo dashboard personalizzate, prepariamo le aziende all’adeguamento normativo e al dialogo con stakeholder sempre più informati ed esigenti.Il nostro lavoro non si ferma alla raccolta: accompagniamo le aziende nella trasformazione del dato in decisione, e della decisione in valore. La cultura del dato non si improvvisa. Si coltiva, si costruisce, si condivide. È questo l’approccio che consente alle imprese di affrontare la transizione in modo strutturato, leggibile, misurabile. Perché la vera innovazione non è nei numeri in sé, ma nella capacità di farli parlare, prima che lo facciano gli altri.