L’etica dei gesti invisibili: quando la cultura aziendale diventa motore del cambiamento

Ci sono rivoluzioni silenziose che non si annunciano. Si compiono. Nel lessico aziendale contemporaneo, la parola “sostenibilità” è ovunque. Ma ciò che fa davvero la differenza non è la sua frequenza, bensì la sua profondità. Una strategia ESG ben scritta non basta. Serve una cultura che sappia viverla. In un’epoca in cui ogni impresa è chiamata a misurare il proprio impatto, il vero discrimine non è tra chi comunica e chi no, ma tra chi agisce e chi recita. E l’azione, quando è autentica, inizia da dentro. Oltre la strategia ESG: il valore di una cultura che agisce La sostenibilità non è una parola da ripetere. È una pratica da abitare. Anche la miglior strategia ESG, senza un contesto culturale coerente, resta un documento. Ciò che guida davvero la transizione è il comportamento quotidiano delle persone: nei processi, nei linguaggi, nelle scelte. In Tecno Group lo sappiamo bene. Siamo una Sustaintech Corporation che ha fatto dell’evoluzione continua il suo metodo. Affianchiamo le aziende che vogliono vivere la sostenibilità, non solo dichiararla. Cultura aziendale sostenibile: quando il cambiamento parte da dentro Un percorso formativo che non ascolta è solo una sequenza di ore obbligatorie. Ma quando la formazione è calibrata sui vissuti reali, quando non pesa ma ispira, non forma: trasforma. Microlearning, learning experience digitali, mentorship circolari, percorsi personalizzati: il contenuto non conta, se non è portato con linguaggio vivo e con la capacità di dialogare con le sfide quotidiane delle persone. Le aziende che ascoltano sono le sole che cambiano Il vero attivatore culturale? L’ascolto. Non solo quello formale dei sondaggi interni, ma quello diffuso: delle idee proposte nei corridoi, dei silenzi durante i webinar, delle parole nuove che iniziano a circolare. Una cultura si evolve quando l’organizzazione accetta di non avere tutte le risposte. Ed è proprio lì che nascono le esperienze più sincere: team che propongono iniziative, reparti che si auto-organizzano per migliorare piccoli processi, collaboratori che diventano portavoce spontanei di nuove sensibilità. Quando la sostenibilità diventa una forma di eleganza operativa Non è solo questione di CO₂ o gender pay gap. C’è una sostenibilità più sottile, che si manifesta nel modo in cui si danno feedback, si gestiscono le priorità, si accolgono le diversità. È la sostenibilità come stile. Come cura. Come modo di restare umani anche nei numeri. Misurarla non è impossibile. La partecipazione alle iniziative, la qualità delle conversazioni, l’efficacia dei feedback, la capacità di evolvere insieme: sono indici più affidabili di molte dashboard. Non esiste employer branding più potente della coerenza I talenti migliori non cercano aziende che dichiarano. Cercano aziende che dimostrano. E la reputazione non si costruisce con il marketing, ma con la verità quotidiana. Un ambiente che vive la sostenibilità è un luogo che trattiene, attrae, genera energia. Non perché tutto funzioni. Ma perché chi ci lavora sente che tutto ciò che conta può essere detto, proposto, accolto. Cultura aziendale sostenibile: il punto di partenza per ogni transizione Ci sono aziende che inseriscono la sostenibilità nei bilanci. Altre la inseriscono nel DNA. Tecno Group non si limita a seguire le tendenze culturali. Le anticipa. Le struttura. Le vive. Non ci occupiamo di sostenibilità per ottemperare. Lo facciamo per abitare il futuro con lucidità, competenza e visione. E lo facciamo partendo dalle persone. Perché nessuna transizione sarà mai giusta, se non sarà anche umana.
PMI e sostenibilità: come nasce un nuovo dialogo con le banche

Nel 2024 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha introdotto un documento che potrebbe segnare una svolta concreta nel modo in cui le piccole e medie imprese italiane dialogano con il sistema bancario: si tratta del “Documento per il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche”. Non una normativa, ma uno strumento operativo pensato per creare un linguaggio comune tra due attori fondamentali dell’economia reale. È un cambio di paradigma: non si tratta più solo di numeri di bilancio, ma anche di impatto ambientale, inclusione, governance, trasparenza. E per le PMI, significa ripensare la propria identità anche in chiave ESG. Perché la sostenibilità è diventata un criterio di credito Fino a pochi anni fa, la sostenibilità era un’opzione. Oggi è un elemento di valutazione del rischio. Le banche stanno integrando i fattori ESG (Environmental, Social, Governance) nelle proprie policy di concessione del credito, perché una PMI che gestisce bene i propri impatti ambientali e sociali è considerata più solida, più lungimirante e meno esposta a crisi future. Questo vale ancora di più in un contesto in cui: Una guida concreta: 45 indicatori per raccontare il proprio valore Il documento del MEF propone una traccia strutturata di 45 informazioni, suddivise in cinque aree tematiche: Non sono obblighi di legge, ma indicatori utili per facilitare il dialogo con le banche, aumentando la propria trasparenza e dimostrando di avere visione strategica. Cosa cambia per le imprese? Questo approccio non è pensato solo per grandi aziende strutturate. Al contrario, è calibrato proprio sulle PMI, offrendo un modello accessibile per cominciare a integrare la sostenibilità nei processi quotidiani. Sostenibilità come ponte, non come ostacolo Spesso la sostenibilità viene percepita come un costo, una complicazione o, peggio ancora, una moda passeggera. In realtà, oggi è un linguaggio comune che unisce aziende, istituzioni, banche e clienti. È il nuovo codice con cui si legge l’affidabilità. Il documento del MEF è uno strumento prezioso per le imprese che vogliono iniziare o strutturare seriamente il proprio percorso in ambito ESG, senza retorica ma con metodo. Il ruolo di Tecno Group: trasformare il dialogo in strategia Come Sustaintech Corporation, Tecno Group accompagna le PMI in questo cambiamento, aiutandole a: Con Tecno Group, il dialogo di sostenibilità non è un esercizio di stile. È un investimento nel futuro. Le domande che contano Se la risposta è “non ancora”, questo è il momento giusto per iniziare.
Green bond e finanziamenti ESG: cosa sapere nel 2025

Nel 2025 il mercato della finanza sostenibile continua a crescere, spinto da una crescente consapevolezza ambientale, da nuovi standard normativi e da una domanda sempre più forte da parte di investitori e imprese. Tra gli strumenti più rilevanti a disposizione delle aziende emergono i green bond e i finanziamenti ESG, leve fondamentali per realizzare progetti orientati alla transizione ecologica e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Green bond: una leva di sviluppo per le imprese responsabili I green bond sono titoli obbligazionari emessi per finanziare progetti che generano benefici ambientali. Nel 2025 il loro utilizzo è in forte espansione: sempre più aziende scelgono di ricorrere a questa forma di finanziamento per sostenere iniziative legate all’efficienza energetica, alle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile e all’economia circolare. I benefici principali per le imprese includono: Un nuovo quadro normativo europeo per i green bond Nel contesto normativo europeo, il 2025 segna un passaggio cruciale. L’Unione Europea ha introdotto standard comuni per l’emissione dei green bond, con l’obiettivo di rendere più trasparente e verificabile l’utilizzo delle risorse raccolte. Il “EU Green Bond Standard”, ad esempio, fornisce una cornice chiara per garantire che i fondi siano realmente destinati a progetti sostenibili. Per le imprese, adottare questi standard significa: Oltre i green bond: prestiti sostenibili, fondi ESG e agevolazioni La finanza sostenibile oggi non si limita alle obbligazioni verdi. Le imprese possono contare su una gamma ampia e diversificata di strumenti: Queste soluzioni offrono condizioni vantaggiose e stimolano le imprese ad accelerare l’adozione di modelli di produzione più sostenibili, soprattutto nei settori energivori e ad alta intensità di capitale. Le iniziative europee a sostegno della transizione L’Europa continua a investire risorse significative per sostenere la transizione verde. Attraverso emissioni di bond dedicati e fondi tematici, l’UE sta finanziando infrastrutture sostenibili, progetti a basso impatto ambientale ed energia rinnovabile. Le imprese possono partecipare a questi programmi candidando i propri progetti tramite bandi pubblici e iniziative specifiche. Tendenze 2025: uno scenario favorevole agli investimenti ESG Dopo una fase di assestamento, il 2025 segna un rinnovato slancio per gli investimenti ESG. L’interesse degli investitori per strumenti legati alla sostenibilità si sta consolidando, anche grazie a un contesto normativo più chiaro, alla crescente domanda di trasparenza e all’urgenza della transizione ecologica. Le imprese che intraprendono percorsi strutturati in ambito ESG potranno beneficiare di: In questo scenario, Tecno Group si propone come partner affidabile per trasformare le intenzioni in risultati. In qualità di SustainTech Corporation, affianchiamo le aziende nell’individuare le soluzioni finanziarie più adatte, strutturare progetti credibili e valorizzare ogni scelta sostenibile in modo chiaro e verificabile. Hai in mente un progetto sostenibile e vuoi capire come finanziarlo? Costruiamo insieme un futuro più solido, trasparente e responsabile.
UNI/PdR 125:2022, lo standard che aiuta a trasformare i valori in pratiche concrete

Secondo il Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, ci vorranno ancora oltre 130 anni per colmare il divario globale di genere. In Italia, il tasso di occupazione femminile si ferma al 51%, contro una media UE del 64% (fonte: Eurostat 2023), e le differenze retributive restano significative: -16% a parità di mansione. Nel mondo del lavoro, solo il 20% dei ruoli dirigenziali è oggi affidato a donne (fonte: Osservatorio sul bilancio di genere – Dipartimento per le Pari Opportunità). Questi numeri raccontano più di un ritardo strutturale. Parlano di potenziale inespresso, di futuro bloccato, e di un’urgenza che non è solo sociale, ma anche economica. È in questo scenario che la Certificazione per la Parità di Genere UNI/PdR 125:2022 assume un ruolo fondamentale: perché aiuta le imprese a trasformare i propri valori in pratiche concrete, misurabili, riconosciute. Cosa prevede la UNI/PdR 125:2022 Pubblicata da UNI con il supporto del Dipartimento per le Pari Opportunità, la prassi definisce un modello volontario pensato per supportare le organizzazioni nella promozione della parità e nel consolidamento di un clima aziendale più equo, sicuro e inclusivo. Il sistema si basa su sei aree di valutazione, ciascuna con KPI specifici: A ogni indicatore è assegnato un peso percentuale che contribuisce al punteggio finale. Le aziende che raggiungono la soglia prevista ottengono la certificazione da un ente terzo accreditato. KPI per la parità: numeri che contano davvero I KPI previsti dalla UNI/PdR 125:2022 sono il cuore operativo della certificazione. Non si tratta di meri adempimenti, ma di strumenti per dare forma e direzione all’impegno. Si misurano aspetti come: Esempio: se un’azienda rileva che solo il 10% dei manager è donna e che la percentuale di donne nei percorsi di sviluppo è ancora più bassa, potrà attivare iniziative mirate: job posting interni trasparenti, programmi di mentoring, corsi leadership al femminile. Azioni che non solo migliorano il punteggio, ma creano cultura interna e attrattività esterna. Misurare, in questo contesto, significa conoscersi meglio per cambiare meglio. E soprattutto, essere credibili. Perché certificarsi: vantaggi reali Oltre al valore culturale, la UNI/PdR 125:2022 porta con sé benefici concreti: Essere certificati significa dimostrare che la parità non è solo dichiarata, ma realizzata. Il supporto di Tecno Group Come Sustaintech Corporation, promuoviamo un modello di sviluppo in cui persone, innovazione digitale e sostenibilità evolvono insieme. E lo facciamo accompagnando le aziende passo dopo passo, con competenza e concretezza: Grazie alla nostra esperienza trasversale, ti aiutiamo anche ad accedere a finanziamenti e misure agevolate dedicate a welfare, diversity & inclusion. Una cultura che evolve. Un futuro migliore da costruire insieme. Promuovere la parità di genere significa mettere al centro il talento, non il genere. È una scelta che parla di futuro, di visione e di rispetto. In Tecno Group, crediamo che la sostenibilità sia un processo continuo, fatto di scelte quotidiane e strumenti affidabili. La UNI/PdR 125:2022 è uno di questi strumenti. Vuoi intraprendere il percorso verso la Certificazione per la Parità di Genere? Scrivici. Costruiamo insieme un ambiente di lavoro più giusto, consapevole e pronto al cambiamento.
Greenwashing: come evitarlo e comunicare in modo trasparente l’impegno ambientale aziendale

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un elemento centrale nelle strategie aziendali, spinta dall’evoluzione normativa e dalla crescente consapevolezza di consumatori e stakeholder. Tuttavia, questa attenzione ha portato anche alla diffusione del greenwashing, ovvero la comunicazione ingannevole di pratiche sostenibili che non trovano riscontro nei fatti o nei dati. Secondo un’indagine di Confindustria, quasi il 50% dei consumatori italiani evita di acquistare da aziende percepite come poco trasparenti nelle proprie dichiarazioni di sostenibilità. Per distinguersi e rafforzare la fiducia del mercato, le imprese devono garantire che le loro comunicazioni siano chiare, verificabili e conformi alle normative europee. Greenwashing: cos’è e quali sono i rischi Il greenwashing si manifesta spesso attraverso claim ambientali generici o non supportati da dati concreti, tra cui: Queste pratiche non solo erodono la fiducia dei consumatori, ma espongono le aziende a rischi normativi e reputazionali, con possibili sanzioni e restrizioni sul mercato. Nuove normative europee per contrastare il greenwashing Per contrastare le dichiarazioni ambientali ingannevoli, l’Unione Europea ha introdotto nuove normative che impongono maggiore trasparenza e verificabilità: Il ruolo delle certificazioni: garanzia di credibilità Le certificazioni riconosciute a livello internazionale rappresentano uno strumento essenziale per le aziende che vogliono attestare in modo concreto il proprio impegno nella gestione responsabile delle risorse e nella riduzione degli impatti. Questi standard non solo rafforzano la credibilità aziendale agli occhi di consumatori e investitori, ma consentono anche di allinearsi alle normative sempre più stringenti in materia di trasparenza e tracciabilità. Tra le più rilevanti troviamo: Comunicare la sostenibilità in modo trasparente: le 5 regole essenziali Per evitare il greenwashing, le imprese dovrebbero seguire alcuni principi chiave: Una comunicazione trasparente non solo rafforza la fiducia dei consumatori, ma tutela l’azienda da rischi legali e migliora la competitività sul mercato. Approfondimento normativo Le normative europee sul greenwashing mirano a garantire che le aziende non possano più fare dichiarazioni ambientali generiche senza prove concrete. Con l’introduzione a settembre 2026 della Direttiva 2024/825/UE e dei suoi nuovi divieti e requisiti per la comunicazione ambientale, le aziende dovranno dimostrare con dati misurabili l’effettivo beneficio ambientale delle loro azioni. La Proposta di Direttiva “Explicit Green Claims” va oltre, imponendo una verifica indipendente prima che un claim possa essere pubblicato. Queste regolamentazioni non solo proteggono i consumatori, ma incentivano anche le aziende a integrare una strategia ambientale credibile e misurabile. Il contributo di Tecno Group nella comunicazione responsabile della sostenibilità In un contesto normativo sempre più rigoroso, Tecno Group supporta le imprese nella gestione delle dichiarazioni di sostenibilità, offrendo strumenti avanzati per garantire trasparenza e affidabilità. Le nostre soluzioni permettono di: Un approccio basato su analisi scientifiche (LCA, EPD, Carbon Footprint, Economia Circolare…) e strumenti digitali consente di valorizzare le azioni aziendali e di trasformare la sostenibilità in un motore di crescita reale. Contattaci per una consulenza personalizzata sulla tua strategia di sostenibilità.
Tassonomia UE: il quadro di riferimento per un’economia realmente sostenibile

La transizione ecologica è al centro delle strategie europee per la crescita sostenibile, e la finanza sostenibile ne rappresenta il principale acceleratore. Ma quali attività economiche possono essere realmente considerate sostenibili? La Tassonomia UE risponde a questa domanda con un sistema di classificazione rigoroso e misurabile, utilizzato da imprese, investitori e istituzioni finanziarie per distinguere le attività che contribuiscono alla sostenibilità ambientale da quelle che non soddisfano i requisiti previsti. Un quadro normativo essenziale, non solo per garantire la trasparenza, ma per orientare i capitali verso investimenti realmente sostenibili, supportando le imprese che integrano la sostenibilità in modo strutturale. Cos’è la Tassonomia UE e perché è centrale per la finanza sostenibile? La Tassonomia UE è il riferimento normativo per definire la sostenibilità delle attività economiche all’interno dell’Unione Europea. Introdotta con il Regolamento (UE) 2020/852, questa classificazione stabilisce criteri chiari e verificabili per valutare se un’attività può essere considerata sostenibile dal punto di vista ambientale. Il suo ruolo va oltre la regolamentazione: la Tassonomia è un pilastro per la finanza sostenibile, perché determina quali attività possono essere incluse in strumenti finanziari ESG-compliant, come i Green Bonds, i Sustainability-Linked Bonds e i fondi di investimento Articolo 8 e 9 (SFDR). Le imprese che rispettano i criteri della Tassonomia non solo dimostrano il proprio impegno nella transizione ecologica, ma migliorano il proprio accesso ai capitali sostenibili e consolidano il proprio posizionamento nel mercato globale. Chi è coinvolto nella Tassonomia UE? La Tassonomia UE ha un impatto diretto su una vasta gamma di attori economici, tra cui: Anche le imprese non soggette a obblighi diretti possono utilizzare volontariamente la Tassonomia per migliorare la propria trasparenza e ottenere un vantaggio competitivo nell’accesso ai capitali sostenibili. Finanza sostenibile e Tassonomia UE: quali sono le connessioni? La Tassonomia UE è il fondamento su cui si basano numerosi strumenti finanziari legati alla sostenibilità. Senza un quadro normativo chiaro, il rischio di greenwashing nelle operazioni finanziarie rimarrebbe elevato. Ecco i principali strumenti finanziari che devono allinearsi alla Tassonomia: Fondi di investimento Articolo 8 e 9 (SFDR) La Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) distingue i fondi d’investimento in base al loro livello di sostenibilità: Entrambi devono dimostrare che le attività finanziate rispettano la Tassonomia UE, garantendo agli investitori criteri di selezione trasparenti. Green Bonds e Sustainability-Linked Bonds Per essere considerati realmente sostenibili, questi strumenti devono rispettare i criteri tecnici della Tassonomia UE, assicurando che il capitale investito supporti attività a basso impatto ambientale. Linee di credito sostenibili e finanziamenti bancari Molte banche europee offrono tassi agevolati per le imprese allineate alla Tassonomia, premiando chi adotta modelli di business sostenibili. La capacità di dimostrare la conformità ai criteri della Tassonomia può influenzare il costo del capitale e l’accesso a finanziamenti strategici, accelerando la transizione ecologica delle aziende. I sei obiettivi ambientali della Tassonomia UE Per essere classificata come sostenibile, un’attività economica deve contribuire in modo significativo ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali definiti dal regolamento: Per garantire un approccio coerente, ogni attività deve inoltre rispettare il principio del Do No Significant Harm (DNSH), evitando di arrecare danni significativi agli altri cinque obiettivi. Come cambia la Tassonomia UE con il pacchetto Omnibus? Nel febbraio 2025, la Commissione Europea ha annunciato il pacchetto di semplificazione Omnibus, volto a ridurre gli oneri burocratici e rendere la Tassonomia più accessibile per le imprese. Le principali novità riguardano: Nonostante questi aggiornamenti, la Tassonomia UE resta un pilastro della finanza sostenibile, influenzando la valutazione degli investimenti e la gestione dei rischi ambientali. La Tassonomia UE non è solo un riferimento normativo, ma uno strumento di trasformazione economica che orienta capitali, strategie aziendali e modelli di business verso la sostenibilità. Per le imprese, comprenderne il funzionamento significa migliorare l’accesso ai finanziamenti sostenibili, consolidare il proprio ruolo nei mercati internazionali e garantire una crescita allineata alle nuove esigenze del sistema economico globale. Green Bonds, finanziamenti agevolati, criteri ESG per gli investitori: la Tassonomia UE è il nuovo standard. Scopri come valorizzare la sostenibilità della tua impresa con V-Finance.
CAM Strade: la sostenibilità infrastrutturale come nuovo paradigma progettuale

Le infrastrutture stradali non sono più valutate solo in termini di funzionalità ed efficienza economica, ma anche per il loro impatto ambientale. Con l’entrata in vigore dei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) Strade , la progettazione, la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture viarie dovranno rispondere a requisiti più stringenti, volti a garantire la sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita dell’opera. Il Decreto 5 agosto 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 197 del 23 agosto 2024, stabilisce che i CAM diventino un requisito obbligatorio nei bandi pubblici, come previsto dall’articolo 57 del D.Lgs. 36/2023 (Nuovo Codice degli Appalti). Un cambiamento che impone alle aziende di ripensare i propri processi, ma che al tempo stesso apre nuove opportunità di innovazione e competitività nel settore delle infrastrutture. CAM Strade: il punto della situazione L’aggiornamento normativo introduce una visione più ampia della sostenibilità infrastrutturale, ridefinendo le modalità di progettazione e costruzione con un focus su: La norma si applica a progettazione, realizzazione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali, incidendo in modo significativo sulle strategie aziendali di chi opera nel settore. Un obbligo per la PA, un’opportunità per le imprese L’introduzione dei CAM Strade non è un mero adempimento normativo, ma un’opportunità concreta per le imprese di distinguersi in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Per il settore delle costruzioni, la sostenibilità infrastrutturale non è più un’opzione, ma una leva strategica per il futuro. Le aree chiave dei CAM Strade L’aggiornamento normativo introduce parametri più rigorosi su quattro aree fondamentali: Materiali e risorse Efficienza energetica e riduzione delle emissioni Riduzione dell’impatto su biodiversità ed ecosistemi Pianificazione sostenibile e gestione del ciclo di vita Oltre la conformità: un nuovo standard per il settore L’adozione dei CAM Strade impone un cambio di paradigma per le imprese del settore: non si tratta più solo di rispettare un obbligo, ma di governare il cambiamento e trasformarlo in un vantaggio competitivo. Le aziende più lungimiranti non si limiteranno ad adeguarsi, ma integreranno questi criteri nei propri modelli operativi, consolidando il proprio ruolo di protagoniste nella transizione ecologica del comparto infrastrutturale. I CAM Strade segnano un punto di svolta per il settore delle infrastrutture, imponendo un approccio più strutturato e rigoroso alla sostenibilità. Per le aziende, questa evoluzione rappresenta un’opportunità di crescita e innovazione, oltre che un requisito indispensabile per operare in un mercato sempre più regolamentato. Dati concreti, impatto misurabile, strategie efficaci: con Tecno, la sostenibilità infrastrutturale diventa un asset strategico.
Life Cycle Assessment (LCA): il metodo essenziale per misurare e ridurre l’impatto ambientale

Nel contesto attuale, in cui la sostenibilità è un elemento chiave per la competitività, misurare l’impatto ambientale di prodotti e servizi non è più un’opzione, ma un passaggio imprescindibile per chi vuole guidare il cambiamento. Il Life Cycle Assessment (LCA), o Analisi del Ciclo di Vita, è il metodo più avanzato e riconosciuto per valutare l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio. Un approccio rigoroso, normato a livello internazionale, che permette alle aziende di tradurre la sostenibilità in azione, migliorando le proprie prestazioni e creando valore a lungo termine. Cos’è il Life Cycle Assessment (LCA)? Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia di analisi quantitativa che misura gli impatti ambientali legati all’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio: Questa visione globale consente di identificare con precisione le aree di maggiore impatto e intervenire con strategie di ottimizzazione efficaci. L’LCA segue rigorosi standard internazionali, in particolare le normative ISO 14040 e ISO 14044, che garantiscono scientificità, trasparenza e confrontabilità dei dati. Il modello classico “dalla culla alla tomba” (cradle to grave) può essere integrato con un approccio circolare (cradle to cradle), che considera il recupero e la valorizzazione dei materiali, in un’ottica di economia sostenibile. Perché adottare l’LCA? L’adozione dell’LCA offre vantaggi concreti e strategici per le aziende che vogliono migliorare la propria competitività e anticipare le evoluzioni normative e di mercato. Misurare e ridurre l’impatto ambientale Senza misurazione non esiste controllo. L’LCA fornisce dati affidabili e confrontabili sugli impatti ambientali di ogni fase del ciclo di vita di un prodotto o processo, consentendo di individuare le aree critiche e attuare miglioramenti misurabili. Ottimizzare le risorse e ridurre i costi Individuare sprechi e inefficienze è il primo passo per una gestione sostenibile. L’LCA permette di ridurre i consumi energetici, ottimizzare l’uso delle materie prime e migliorare l’efficienza operativa, con un impatto positivo anche sulla redditività aziendale. Ottenere certificazioni ambientali e accedere a nuovi mercati L’LCA è il punto di partenza per numerose certificazioni ambientali strategiche, tra cui: Avere un’analisi LCA certificata consente alle aziende di differenziarsi e rispondere ai requisiti di mercati sempre più selettivi. Rispondere alle richieste normative e del mercato Le normative europee stanno evolvendo rapidamente, imponendo maggiore trasparenza nella gestione degli impatti ambientali lungo tutta la filiera. Strumenti come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) richiedono alle imprese di monitorare e rendicontare il proprio impatto ambientale. L’LCA fornisce dati concreti per supportare la compliance normativa e consolidare la propria posizione nei mercati più avanzati. Le 4 fasi dell’LCA L’analisi LCA segue un processo strutturato, conforme alle ISO 14040 e ISO 14044, articolato in quattro fasi: Definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione Inventario del Ciclo di Vita (LCI – Life Cycle Inventory) Valutazione degli impatti ambientali (LCIA – Life Cycle Impact Assessment) Interpretazione dei risultati e strategie di miglioramento LCA e Carbon Footprint: quali differenze? L’LCA è spesso confrontato con la Carbon Footprint, ma i due strumenti hanno obiettivi diversi. LCA → Analisi multi-parametrica, che valuta tutte le categorie di impatto ambientale. Carbon Footprint → Analisi focalizzata solo sulle emissioni di gas serra (CO₂ equivalente). L’LCA offre quindi una visione più completa e strategica, mentre la Carbon Footprint rappresenta una valutazione più specifica di un singolo parametro. LCA nel settore edilizio Nel settore edilizio, l’LCA sta diventando uno strumento imprescindibile per: L’adozione dell’LCA consente alle aziende del settore di dimostrare la sostenibilità dei propri prodotti, consolidando la propria posizione sul mercato. Misurare, analizzare, ottimizzare. Il Life Cycle Assessment non è solo un metodo di analisi, ma un elemento strategico per chi vuole guidare il cambiamento. L’LCA permette alle aziende di creare valore reale e misurabile, trasformando la sostenibilità in un vantaggio competitivo concreto. Non tutte le analisi LCA sono uguali. Servono rigore, competenza e una visione strategica. Tecno Group è il partner di riferimento per chi vuole affrontare la transizione ecologica con strumenti solidi e risultati tangibili. Con una metodologia strutturata e un approccio integrato, supportiamo le aziende nell’implementazione delle migliori soluzioni di Life Cycle Assessment, trasformando la sostenibilità in un asset strategico. Dati concreti, impatto misurabile, strategie efficaci: con l’LCA la sostenibilità diventa un asset strategico. Contattaci per una consulenza personalizzata.
Integrazione delle strategie ESG: un nuovo paradigma per la competitività aziendale

L’integrazione delle strategie ESG è oggi un fattore determinante per la competitività e la credibilità aziendale. Le nuove normative europee, come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), stanno trasformando il concetto stesso di impresa, chiedendo alle aziende non solo di conformarsi, ma di ripensare il proprio modello di crescita e creazione del valore. Perché integrare le strategie ESG nel proprio modello di business L’integrazione delle strategie ESG non è un semplice adempimento. È un’occasione per ridefinire priorità, processi e investimenti, dando alla sostenibilità un ruolo centrale nello sviluppo aziendale. Oggi significa costruire valore solido e duraturo, supportato da metriche affidabili, visione strategica e trasparenza nei confronti di stakeholder e mercati. Verso la fine delle dichiarazioni prive di fondamento La CSRD impone alle aziende di superare la retorica generica della sostenibilità e di fondare ogni comunicazione su dati verificabili e metodologie riconosciute, come il Life Cycle Assessment (LCA). L’era delle affermazioni prive di misurazione si chiude definitivamente: chi non adotta strumenti di analisi robusti rischia di restare escluso da mercati, finanziamenti e filiere strategiche. Un nuovo paradigma per la finanza d’impresa Un approccio maturo all’integrazione delle strategie ESG migliora l’accesso al credito e attira investimenti. Strumenti come la Tassonomia UE, i Green Bond e i rating ESG rappresentano oggi criteri decisivi nelle valutazioni degli investitori. Un posizionamento ESG ben costruito apre le porte ai mercati finanziari più avanzati. Mercati internazionali: nuove soglie d’accesso e selezione basata sulla sostenibilità La sostenibilità è ormai un criterio di selezione per le economie più avanzate. Paesi come Francia, Germania e Svezia adottano regolamenti sempre più stringenti, favorendo le imprese che possono dimostrare con chiarezza il proprio impatto ambientale e sociale. La CSDDD introduce un ulteriore livello di responsabilità, imponendo alle grandi aziende di monitorare l’intera filiera, inclusi i fornitori. Chi non si dota di strumenti adeguati per la rendicontazione della gestione ESG rischia di restare escluso da reti di fornitura globali e opportunità di espansione internazionale. Una gestione più consapevole delle risorse Integrare la sostenibilità nei processi aziendali significa anche adottare un approccio più razionale ed efficiente nella gestione delle risorse. Un’organizzazione che governa questi aspetti con lucidità non solo garantisce compliance e trasparenza, ma acquisisce una maggiore capacità di adattamento e reazione ai cambiamenti del mercato. Oltre la regolamentazione: come integrare le strategie ESG nei modelli aziendali Per costruire una visione ESG solida e credibile, è essenziale dotarsi di strumenti di misurazione avanzati. Il Life Cycle Assessment rappresenta una metodologia imprescindibile per chi vuole costruire una rendicontazione basata su dati oggettivi e verificabili. Digitalizzazione e automazione per una gestione ESG più efficace L’adozione di strumenti digitali per il monitoraggio e l’analisi ESG consente di migliorare la precisione e l’affidabilità delle informazioni, riducendo i tempi di rendicontazione e migliorando la capacità decisionale. Una gestione digitale della sostenibilità trasforma il monitoraggio da attività burocratica a strumento di governance. Cultura aziendale e leadership orientata alla sostenibilità L’integrazione delle strategie ESG non è solo un dovere regolatorio, ma una scelta strategica che definisce le imprese del futuro. Chi abbraccia questo approccio costruisce un modello di business più solido, trasparente e pronto ad affrontare le sfide del mercato globale. Chi governa il cambiamento non subisce le trasformazioni del mercato, ma le anticipa e le indirizza. Il nuovo quadro normativo non è una semplice serie di adempimenti, ma una ridefinizione dell’impresa moderna. Il tempo della sostenibilità come dichiarazione è finito: oggi contano solo dati, visione e azioni concrete. Integrare la gestione ESG nei modelli di business significa costruire un’identità aziendale solida, attrarre investimenti qualificati e garantire una crescita in linea con le nuove esigenze del mercato globale. Dati concreti, impatto misurabile, strategie efficaci: con Tecno, la sostenibilità diventa un asset essenziale per il futuro della tua impresa. Scopri come trasformare le strategie ESG in un percorso di crescita strutturato. Contattaci per una consulenza dedicata.
CBAM: il nuovo paradigma del commercio globale

L’Unione Europea ha introdotto un meccanismo destinato a ridefinire gli equilibri del commercio internazionale: il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). Questa misura non è un semplice obbligo normativo, ma un vero e proprio cambio di paradigma che trasforma il costo del carbonio in un parametro competitivo. Le aziende coinvolte dovranno rendicontare le emissioni incorporate nei prodotti importati e, a partire dal 2026, acquistare certificati CBAM per compensarle. Questo nuovo standard non riguarda solo la compliance, ma influisce direttamente sulla struttura dei costi, sulle strategie di approvvigionamento e sulla competitività di ogni impresa. Come funziona il CBAM? Il CBAM è stato concepito per garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi standard ambientali di quelli prodotti all’interno dell’UE. Il suo obiettivo principale è prevenire il carbon leakage, ovvero il trasferimento della produzione in paesi con normative meno restrittive sulle emissioni di CO₂. Fasi di implementazione 1. Fase transitoria (1° ottobre 2023 – 31 dicembre 2025) 2. Fase operativa (dal 1° gennaio 2026) Questa evoluzione normativa non è un’imposizione isolata, ma parte di una strategia più ampia dell’UE per decarbonizzare l’economia e allineare il costo del carbonio tra produttori europei e internazionali. Settori coinvolti e impatti sulle imprese Il CBAM si applica inizialmente a sei settori considerati ad alta intensità di emissioni: Questi comparti industriali sono i primi ad essere regolamentati, ma l’Unione Europea ha già annunciato l’intenzione di estendere il meccanismo ad altri settori nei prossimi anni. Le imprese devono quindi adottare un approccio lungimirante, integrando il monitoraggio delle emissioni e l’ottimizzazione della supply chain nelle loro strategie aziendali. CBAM e competitività: un nuovo asset strategico Il CBAM rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per le aziende che sapranno anticipare il cambiamento. La gestione del carbon footprint non è più solo una questione di conformità normativa, ma una leva competitiva per migliorare efficienza, reputazione e accesso ai mercati internazionali. Strategie per trasformare il CBAM in un vantaggio competitivo CBAM e mercato globale: un impatto oltre l’Europa L’introduzione del CBAM sta generando reazioni e adattamenti a livello internazionale: L’adozione di meccanismi simili su scala globale potrebbe portare a una convergenza normativa tra i principali blocchi economici, con effetti di lungo periodo sulle dinamiche del commercio internazionale. Come affrontare il CBAM con il supporto di Tecno VAT Affrontare il CBAM con un approccio strategico significa governare il cambiamento, non subirlo. Tecno Group supporta le imprese con: Il CBAM rappresenta una svolta epocale nel commercio globale. Prepararsi oggi significa garantire continuità operativa, competitività e un posizionamento solido nel mercato internazionale. Vuoi approfondire come affrontare il CBAM con una strategia efficace? Scopri di più con Tecno VAT.