Con la presentazione del pacchetto Omnibus, la Commissione Europea ha aggiornato una serie di normative per semplificare il quadro della sostenibilità aziendale.
L’obiettivo: ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, mantenendo gli impegni fondamentali in materia ambientale, sociale e di governance.
Tra le aree toccate, una delle più significative riguarda la due diligence ai fini della sostenibilità. Le nuove disposizioni incidono direttamente sulle responsabilità delle aziende nei confronti della propria catena del valore.
Due diligence ai fini della sostenibilità cosa prevede oggi il pacchetto Omnibus
Il pacchetto ha proposto la modifica di alcuni punti chiave della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), introducendo semplificazioni operative e posticipi che impattano sulla gestione interna delle imprese.
Ecco le principali novità:
- Slittamento dell’entrata in vigore: l’applicazione della direttiva è rinviata di un anno, dal 2027 al 2028, per permettere alle imprese un’implementazione più graduale.
- Frequenza della due diligence: le valutazioni non dovranno più essere annuali ma effettuate ogni cinque anni, con aggiornamenti intermedi in caso di cambiamenti significativi.
- Ambito ridotto: l’obbligo si applicherà solo ai fornitori diretti, escludendo temporaneamente i subfornitori.
- Gestione delle non conformità: le imprese avranno l’obbligo di sospendere, ma non necessariamente interrompere, i rapporti con fornitori che non rispettano gli standard ESG.
- Responsabilità civile: il testo riveduto elimina l’obbligo di responsabilità civile automatica a livello europeo, lasciando ai singoli Stati membri la possibilità di introdurla o meno nei propri ordinamenti.
Meno obblighi, ma non meno attenzione
Le modifiche puntano a rendere il sistema più gestibile, ma non alleggeriscono la responsabilità strategica delle imprese.
Anche in un quadro meno stringente, gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e sociale restano centrali nella valutazione degli impatti e del rischio, nella gestione della reputazione e nell’accesso al credito.
Per questo, è fondamentale non attendere l’obbligo ma organizzarsi per tempo con:
- una mappatura aggiornata della catena di fornitura,
- sistemi interni per identificare e valutare gli impatti e i rischi in ottica di sostenibilità ed adottare le misure necessarie per la prevenzione, la mitigazione e porre rimedio,
- strumenti digitali per il monitoraggio continuo,
- un approccio condiviso tra funzioni (acquisti, compliance, CSR, legale).
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- Strumenti digitali per la raccolta dati, la valutazione e il reporting;
- Formazione specifica per i team interni coinvolti nel processo di due diligence;
- Accompagnamento normativo e metodologico, aggiornato agli ultimi orientamenti europei.
Integrare la due diligence di sostenibilità nel business non significa solo evitare sanzioni.
Significa costruire una filiera più solida, più trasparente e più resiliente ai cambiamenti normativi e di mercato.
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