La diagnosi energetica mostra come ottimizzare gli investimenti energetici ed economici dell’azienda.
La diagnosi energetica è un’analisi che le aziende eseguono annualmente nel rispetto degli adempimenti normativi. Non tutti sanno però che l’analisi dei consumi energetici permette non solo di acquisire informazioni utili sui consumi aziendali, ma anche di conoscere gli eventuali sprechi di energia, le anomalie di funzionamento presenti e di ricavare notevoli risparmi attraverso interventi di efficientamento energetico.
Diagnosi energetica: definizione e obiettivi
La diagnosi energetica è un’attività che permette di acquisire e studiare i dati relativi ai consumi energetici aziendali. Un’analisi, articolata in diverse fasi, capace di restituire importanti informazioni sulle prestazioni energetiche degli impianti e la conseguente valutazione di interventi di miglioramento.
Oggetto della diagnosi è il sito produttivo interno all’azienda o parte di esso.
Cosa avviene durante la diagnosi energetica?
Come anticipato, la diagnosi energetica è caratterizzata da diverse fasi sistematiche e funzionali. Queste fasi permettono di definire l’andamento energetico dell’azienda. Ma quali sono?
- Raccolta e analisi dei dati: è la prima fase durante la quale vengono raccolti tutti i dati relativi alla prestazione energetica globale e singolare (ossia di ciascuna area funzionale dell’impianto). Vengono, inoltre, analizzate le bollette, le schede tecniche degli impianti e tutti i contratti di fornitura che l’azienda ha in essere;
- Sopralluogo e verifica: durante questa fase vengono misurati i consumi degli impianti con l’uso di una strumentazione tecnica per la validazione di modelli informatici redatti sulla base dei dati ottenuti;
- Elaborazione delle rilevazioni: i dati rilevati vengono utilizzati per creare una baseline dei consumi. Durante questa fase avviene anche la valutazione degli indici di performance di ogni vettore energetico analizzato;
- Analisi del Benchmark: i dati del consumo energetico interno all’azienda vengono confrontati con i kpi (indici di performance) del settore, ossia quelli effettuati da altri stabilimenti esterni e appartenenti allo stesso settore produttivo;
- Report e proposte di intervento: è la fase finale in cui vengono consegnati i report con i dati elaborati durante la diagnosi. I report realizzati in questa fase contengono, talvolta, anche dettagli relativi a possibili costi e tempi di attuazione di futuri interventi di miglioramento;
Prima di procedere con la diagnosi energetica è bene consultare le linee guida che vengono pubblicate annualmente da ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
Chi decide di sottoporre la propria azienda a una diagnosi energetica dei consumi, in genere, lo fa solo per rispettare un obbligo normativo tralasciando tutte le possibilità di guadagno che questa attività può generare.
Perché fare la diagnosi energetica
La diagnosi energetica non è solo un obbligo di legge che specifiche aziende devono rispettare. È il decreto legislativo 102/2014, infatti, a definire i soggetti obbligati a sottoporre la propria azienda a diagnosi energetica e le disposizioni a cui attenersi.
La diagnosi energetica è anche una possibilità, che molti non conoscono, per migliorare le prestazioni energetiche aziendali e ricavare notevoli risparmi economici.
I soggetti obbligati alla diagnosi energetica
È il decreto legislativo 102/2014 che definisce quali sono le aziende obbligate alla diagnosi energetica. Si tratta delle grandi aziende e delle imprese energivore. L’obbligo è legato a due fattori finanziari: il fatturato annuo e il totale dell’attivo patrimoniale.
Le grandi aziende sono, per definizione, imprese che hanno più di 250 dipendenti e che presentano un fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro, con un bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro.
Le aziende energivore sono, invece, aziende impegnate nella produzione di energia e che hanno consumi annuali di energia elettrica pari o superiori a 1 GWh (1.000.000 kWh) e un rapporto tra costo effettivo dell’energia utilizzata e fatturato uguale o superiore al 3%.
Attenzione però: le aziende energivore e le grandi imprese che già possiedono sistemi di gestione conformi EMAS e alle normi ISO 50001 o ISO 140001 sono esonerate dalla diagnosi.
Gli altri obblighi normativi
Le aziende tenute al rispetto del D. Lgs. 102/2014, e quindi obbligate all’esecuzione della diagnosi energetica, devono rispettare anche altre disposizioni.
Il MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) impone l’obbligo di diagnosi ogni 4 anni dalla prima e, con nota del 14 novembre 2016, l’obbligo di comunicazione all’ENEA della diagnosi effettuata e dei dati relativi al monitoraggio energetico aziendale svolto.
La diagnosi energetica deve essere effettuata entro il 5 dicembre con cadenza ogni 4 anni dalla prima, mentre la comunicazione all’ENEA deve essere fatta entro il 31 marzo di ciascun anno.
Le imprese soggette all’obbligo devono trasmettere all’ENEA la diagnosi insieme alla documentazione richiesta entro il 22 dicembre dell’anno dell’obbligo.
La diagnosi energetica deve essere effettuata da società EGE o ESCo accreditate.
Sanzioni per i trasgressori
Il D. Lgs. 102/2014 indica anche quali sono le sanzioni previste per chi non rispetta la normativa:
- Sanzioni pecuniarie amministrative da 2.000 € a 20.000 € per coloro che presentano una documentazione non conforme alle modalità richieste;
- Sanzione pecuniaria amministrativa da 4.000 € a 40.000 € per coloro che non effettuano la diagnosi energetica.
Accedere a mille vantaggi con la diagnosi energetica
La diagnosi energetica permette di acquisire nozioni sullo “stato energetico” dell’azienda, analizzandone consumi e prestazioni. Informazioni utili per valutare la possibilità di intervenire con azioni volte a ottimizzare i consumi energetici aziendali e i futuri investimenti economici dell’azienda.
Migliorando il rendimento energetico puoi anche acquisire la certificazione ISO 50001 che, come previsto dalla legge, esonera dall’obbligo di diagnosi.
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