Un dossier che propone la cancellazione dei sussidi alle fonti fossili. A rischio finanziamenti e agevolazioni oil & gas.
Con l’ultimo dossier sui sussidi alle fonti fossili Legambiente propone la cancellazione e la riduzione degli innumerevoli finanziamenti e sostegni che il governo italiano prevede a beneficio delle aziende italiane che impiegano fonti fossili nella loro attività produttiva.
Il Ministero dell’Ambiente ha già previsto l’aggiornamento del catalogo dei sussidi ambientali entro la fine di giugno dal quale potrebbero essere escluse anche le esenzioni e le riduzioni riconosciute alle aziende energivore. Proviamo a capirne di più.
L’oggetto della discordia: i sussidi in favore dell’Oil & Gas
A pochi giorni di distanza dall’Earth Day e a seguito delle manifestazioni ambientali che proprio negli ultimi mesi hanno sollevato l’attenzione dell’opinione pubblica, ecco che con l’ultimo dossier sui sussidi ai fossili Legambiente mette in evidenza ciò che considera un grande paradosso italiano: si vuole limitare l’inquinamento ambientale, ma allo stesso tempo si sostengono le aziende che fanno uso di sostanze inquinanti.
Non è la prima volta che l’associazione si esprime contro i sussidi alle fonti fossili riconosciuti dallo Stato proponendone riduzione e cancellazione. Ma se per Legambiente questa eliminazione rappresenterebbe una grande opportunità di risparmio in termini economici e in materia di inquinamento, per le aziende che beneficiano di esenzioni e di altri sussidi la proposta di Legambiente provocherebbe la perdita di un sostegno economico essenziale per il bilancio aziendale.
Un elenco molto lungo quello dei sussidi riconosciuti alle aziende utilizzatrici di fonti fossili: sussidi alle trivellazioni e alle fonti assimilate, gli extra-costi per le isole minori e quelli indiretti a sostegno delle aree geograficamente svantaggiate, le esenzioni per le imprese energivore e le esenzioni oneri di sistema, i finanziamenti pubblici e i contributi a impianti e centrali, le garanzie, i prestiti pubblici e le elusioni reti interne. Ci sono ancora detrazione e/o riduzione di accise e sconti diretti e indiretti. Insomma un insieme di vantaggi che lo Stato riconosce e include nell’attuale Piano Energia e Clima fermo al 2017.
Oggetto di una campagna elettorale che non ha trovato alcuna attuazione e sostituibile con le prestanti fonti rinnovabili, l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili potrebbe avvenire tra qualche mese con la pubblicazione del neo catalogo Energia e Clima.
Fonti fossili: i dati di AIEA e la proposta di Legambiente
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIEA) è di almeno 300 miliardi di dollari il valore dei sussidi alle fonti fossili previsti nel 2017: 45% a sostegno del petrolio (circa 137 milioni di dollari), 23% al gas (quasi 57 miliardi di dollari) e 2 miliardi di dollari a sostegno del carbone. Cifre e percentuali in aumento rispetto al 2016.
Le circa 28 voci di sussidio previste dall’Italia rappresentano per Legambiente un elemento che danneggia il bilancio economico dello Stato a scapito di settori che meriterebbero maggiore attenzione e risorse economiche.
Dunque l’associazione propone nuove soluzioni: una road map per arrivare alla definitiva cancellazione dei sussidi alle fonti fossili nel 2025, la rimodulazione di almeno 4,5 miliardi di euro investiti e l’aggiornamento del catalogo dei sussidi del prossimo Piano Energia e Clima al fine di spingere l’innovazione e ridurre le emissioni ambientali.
La rimodulazione dei sussidi permetterebbe di ricavare 4 miliardi di euro da investire nei settori ritenuti più bisognosi: il servizio sanitario nazionale e il settore dell’istruzione; 3 miliardi in più in favore del fondo nazionale trasporti e ulteriori 3 miliardi di euro per la lotta al dissesto idrogeologico e per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
In attesa della pubblicazione del prossimo Piano Energia e Clima le aziende che beneficiano dei sussidi possono, e forse ancora per poco, approfittare degli sconti e dei benefici che le vengono riconosciuti.
Il sussidio per le imprese energivore
Con il Decreto Ministeriale del 27/12/2017 entrato in vigore il 1° gennaio 2018 il Governo Italiano riconosce circa 1 miliardo e 700 milioni di euro alle imprese energivore considerate a maggior rischio concorrenza estera. Le imprese energivore (imprese ad alto consumo di energia elettrica) possono ricevere dallo Stato la possibilità di ridurre il costo degli oneri di sistema da pagare direttamente in fattura.
Grazie all’ultima riforma non è più così difficile usufruire di questi sconti in quanto la soglia di partecipazione all’agevolazione è stata abbassata a 1 GWh di energia elettrica all’anno.
A seguito della richiesta, appositamente effettuata nel periodo utile (prossimo settembre 2019) e attraverso il portale del CSEA, l’impresa energivora potrebbe essere inclusa negli elenchi pubblicati dal CSEA e ricavare l’immediata possibilità di risparmiare più di 30.000 € per i consumi registrati per il triennio 2016-2018.
A fronte delle nuove proposte esposte da Legambiente e in vista delle possibili modifiche del Piano di Energia e Clima le imprese energivore interessate ai sussidi devono affrettarsi e richiedere la valutazione dei propri consumi.
Non perdere l’occasione di risparmiare, compila il form!