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ENEA e transizione energetica: dalla razionalizzazione al monitoraggio

Indice dei contenuti

Come possono le aziende contribuire alla riduzione delle emissioni atmosferiche e fare qualcosa in materia di transizione energetica?

 

La transizione energetica in Italia è in stallo. A stabilirlo è l’ultimo rapporto energetico diffuso da ENEA che con indici e valutazioni sottolinea l’importanza di agire in materia di energia e a supporto dell’ambiente. Ma chi è chiamato all’azione? Attraverso quali interventi è possibile contribuire alla transizione energetica del paese? Scopriamolo insieme.

 

Rapporto Energetico ENEA: il primo semestre 2019 è deludente

 

Gli ultimi dati analizzati e diffusi da ENEA circa il rapporto energetico italiano mostrano quanto in Italia ci sia ancora da fare in materia di energia e ambiente.

 

L’indice ENEA ISPRED in negativo e una situazione di stallo per la transizione energetica, si chiude così l’analisi del primo semestre 2019 effettuata dall’ente.

 

L’indice ENEA ISPRED misura il livello di transizione energetica italiano basandosi su tre variabili importanti: i prezzi dell’energia, lo stato di decarbonizzazione e la sicurezza. Dei tre parametri solo l’ultimo restituisce un andamento positivo con +5% rispetto al -11% dei prezzi e il -8% della decarbonizzazione.

 

Le cause di questo peggioramento sono sicuramente legate al rallentamento di produzione di energia da fonti rinnovabili, all’aumento dei prezzi dell’energia che in Italia risultano essere più alti rispetto alla media europea e al fatto che i livelli di gas serra sono ancora altissimi.

 

Negli ultimi 50 anni la temperatura dell’atmosfera non ha fatto altro che registrare sempre più aumenti, quasi 0,2° per ogni decennio. L’effetto serra e le sostanze inquinanti rilasciate dalle produzioni industriali continuano a provocare un grosso danno all’ambiente e se carbone e petrolio restano tra le fonti fossili preferite per la produzione di energia elettrica diventa impossibile limitare l’aumento di CO2 nell’atmosfera.

 

Transizione energetica: definizione, obiettivi e misure

 

Il concetto di transizione energetica può essere tradotto con la semplice espressione ‘cambio di rotta’.

 

Si tratta dell’impiego di fonti più pulite per la produzione di energia elettrica in sostituzione di quelle fossili. Rendere effettivo, dunque, il passaggio dall’uso di fonti non rinnovabili, come carbone e petrolio, all’utilizzo di un mix energetico composto da risorse meno inquinanti e dannose per l’ambiente e da fonti rinnovabili.

 

L’aumento della temperatura atmosferica deve essere frenato per il bene del pianeta e tutte le forze coinvolte nell’economia globale sono chiamate a fare la propria parte.

 

In occasione della Conferenza di Parigi la Commissione Europea ha proposto a 195 paesi alcuni obiettivi da raggiungere:

 

  • Diminuire di 0,50° la temperatura atmosferica per ridurne l’impatto sul cambiamento climatico
  • Garantire un flusso costante di finanziamenti volto alla nascita di nuove soluzioni scientifiche per la riduzione delle emissioni
  • Migliorare l’adattabilità agli effetti negativi del cambiamento climatico
  • Ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030

 

A queste finalità si aggiungono quelle più a lungo termine fissate con il “2050 – A Clean planet for all” e i piani dell’Italia definiti dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).

 

Ma se le istituzioni europee e nazionali fissano gli obiettivi e le linee guida da seguire, chi sono i soggetti chiamati all’azione?

 

Le imprese, aziende piccole o grandi che, operanti nel settore industriale, possono beneficiare l’ambiente attraverso un uso più razionale e sostenibile dell’energia.

 

Perché razionalizzare l’uso energetico aziendale?

 

Il concetto di razionalizzazione energetica è legato alla diffusione di una nuova cultura: utilizzare energia prelevata da risorse a basso impatto ambientale ottimizzandone il consumo aziendale.

 

Dunque si parte dalla definizione della politica energetica aziendale, utile a stabilire le materie e le fonti energetiche da cui attingere, per poi passare agli interventi di efficientamento energetico: azioni volte all’individuazione delle anomalie, degli eventuali sprechi energetici aziendali e all’eliminazione dunque di malfunzionamenti e consumi passivi.

 

Per fare un uso più razionale dell’energia aziendale, nelle grandi imprese spesso ci si affida a specifiche figure professionali quali:

 

  • L’energy manager: figura prevista dalla legge 10/91, obbligatoria solo per le grandi imprese operanti nel settore industriale il cui consumo energetico complessivo supera i 10.000 tep e per le aziende di altro settore con consumi che superano i 1.000 tep;
  • L’EGE: figura menzionata per la prima volta nella Direttiva 20006/32/CE recepita dal D. Lgs. italiano 115/08. Una figura più dinamica che deve avere le conoscenze e le competenze giuste per guidare l’azienda interessata alla risoluzione dei problemi energetici aziendali tenendo conto degli aspetti economico-finanziari e ambientali.

 

Cosa ci guadagna l’imprenditore e quali vantaggi può trarre l’azienda da tutto questo?

 

  1. Sostegno dell’ambiente per la riduzione delle emissioni atmosferiche
  2. Risparmio energetico e dunque anche economico
  3. Semplificazione dell’uso degli impianti
  4. Maggiore sicurezza per gli operatori

 

Monitoraggio energetico: come ottimizzare i consumi aziendali

 

Il monitoraggio energetico è un’azione che esamina i consumi energetici aziendali attraverso l’analisi degli impianti, dei reparti o delle aree produttive scelte.

 

Definito il fabbisogno energetico si passa all’individuazione degli sprechi, delle anomalie e di tutte le eventuali cause di dispersione energetica per poi definire le azioni di ottimizzazione necessarie al miglioramento dell’impianto o delle aree interessate.

 

Il successivo monitoraggio degli interventi effettuati consente di capirne l’efficacia e di quantificarne l’effettivo risparmio energetico ed economico raggiunto.

 

Il monitoraggio energetico è rivolto alle grandi imprese multisito, alle aziende del settore manifatturiero e terziario e alle aziende energivore.

 

Con Tecno puoi scegliere anche per una soluzione di monitoraggio più compatta:

 

  • Sopralluogo gratuito
  • Zero costi iniziali
  • Gestione e assistenza continuativa con un nostro EGE a tua disposizione

 

Ricorda che per effettuare il monitoraggio energetico non è necessario spegnere gli impianti né interrompere la produzione aziendale.

 

Compila il form sottostante per saperne di più.

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