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Recovery plan: la parte green del piano di ripresa nazionale

Indice dei contenuti

Questo contenuto è stato aggiornato in data 19/05/2021 

 

Il Piano per la Ripresa e la Resilienza dell’Italia è pronto; la fetta più grande delle risorse finanziarie disponibili spetta alla rivoluzione verde. Ecco come verrà speso il denaro del recovery fund, tra rinnovabili, efficientamento energetico di edifici, agricoltura sostenibile, idrogeno e molto altro.

 

Piano Ripresa e Resilienza: come spenderà l’Italia i fondi dell’UE?

 

La crisi socio-economica generata dal Covid-19 non è ancora passata, ma l’Italia presenta a Bruxelles il programma di interventi per favorire la ripresa della nazione. Con il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) l’Italia mostra all’Unione in che modo intende spendere il denaro del recovery fund in arrivo da Bruxelles.

La Commissione europea vuole rimettere in sesto il continente, renderlo più verde, più digitale e soprattutto più forte di fronte alle sfide del futuro.

 

Obiettivo carbon neutrality: c’è ancora tanto da fare

 

“La transizione ecologica sarà la base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale, in linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Per avviarla sarà necessario, in primo luogo, ridurre drasticamente

 

le emissioni di gas clima-alteranti . . .”

 

 

Tra il 1990 e il 2018 in Italia le emissioni di gas serra si sono ridotte del 17%, passando da 516 a 428 milioni di tonnellate equivalenti.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e gas clima alteranti definiti dal Green Deal Europeo (almeno il 55% entro il 2030 in confronto a quanto rilevato nel 1990), e insieme raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, l’Italia necessita di tanti interventi e di una vasta gamma di risorse abilitanti.

 

In che modo il belpaese intende raggiungere il traguardo zero emissioni?

 

La missione rivoluzione verde e transizione ecologica

 

Il Recovery Plan – o PNRR Piano Nazionale Ripresa e Resilienza – si articola in 6 missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Il Dispositivo RRF (Recovery and Resilience Facility) garantisce all’Italia risorse per 191,5 miliardi di euro da impiegare nel periodo 2021- 2026. Di queste, 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. Alla missione rivoluzione verde e transizione ecologica sono destinati ben 59,47 miliardi di euro, così suddivisi:

 

  • Economia circolare e agricoltura sostenibile (5,27 miliardi)
  • Tutela del territorio e della risorsa idrica (15,06 miliardi)
  • Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (15,36 miliardi)
  • Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (23,78 miliardi)

 

La transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile del paese dipenderanno fortemente dalle misure e dalle riforme che l’Italia ha pensato per queste quattro componenti.

Gli obiettivi sono: ridurre la domanda di energia, aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico, produrre e sperimentare gli impieghi dell’idrogeno e aumentare la capacità di assorbimento della CO2 del paese.

 

Economia circolare e agricoltura sostenibile

Su questo fronte il piano prevede due linee di azione: da una parte c’è l’agricoltura sostenibile, con iniziative per aumentare la competitività delle imprese del comparto, migliorare le loro prestazioni climatico-ambientali (anche attraverso la riqualificazione energetica degli immobili ad uso produttivo) e per aumentare la capacità logistica del settore agricolo italiano.

 

L’altra linea d’azione interessa, invece, l’economia circolare e la gestione dei rifiuti.
L’Italia merita di più, pertanto, si mira a: ridurre il gap impiantistico della filiera del riciclo attraverso l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di nuovi adatti al trattamento meccanico biologico (RMB) dei rifiuti, e ad aumentare il tasso di circolarità della nazione, per arrivare a produrre partendo dagli scarti.

 

Tutela del territorio e della risorsa idrica

La bellezza e la ricchezza della nostra Terra vanno protette con ogni intervento possibile.
Con il PNRR, l’Italia prevede quindi di agire per mitigare il dissesto idrogeologico, introdurre misure di forestazione e tutela dei boschi, avanzare con gli invasi e adoperarsi per la manutenzione del territorio e degli impianti.

 

Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: tocca al superbonus

 

I 29,35 miliardi di euro che l’Italia intende spendere in questo comparto saranno suddivisi per la realizzazione di due programmi: uno che interessa l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, tra cui ospedali, scuole, ecc.; l’altro che riguarda l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare privato. In quest’ultimo campo l’incentivo del superbonus al 110% confermato con la nuova Legge di Bilancio fino al 2022 gioca un ruolo fondamentale.

 

Il superbonus è una misura che ha riscosso il favore di tutti, forze politiche, imprenditoriali e sociali perché permette di fare una serie di lavori a costo zero, a vantaggio dei singoli, delle imprese e della nazione.

 

Un mix energetico sostenibile: rinnovabili e idrogeno

 

L’aumento della quota di energia rinnovabile permetterebbe all’Italia di conseguire presto il passaggio dalle fonti fossili a quelle sostenibili. Per rendere tutto questo possibile, con il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, lo Stato s’impegna a mettere a disposizione contributi e finanziamenti per raggiungere importanti traguardi:

 

  • Sviluppare parchi eolici e fotovoltaici onshore ed offshore;
  • Potenziare la filiera industriale: in particolare per la creazione di pannelli fotovoltaici di nuova generazione e la realizzazione di turbine eoliche ad alta efficienza;
  • Favorire la crescita e la connessione delle infrastrutture.

 

Inoltre, in questo ambito, lo Stato intende agire mediante riforme interessanti che riguardano:

 

  • Le rinnovabili: semplificare le procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni per gli impianti di rinnovabili offshore e onshore e definire un nuovo piano giuridico;
  • Il biogas: regolamentare l’imposizione di quote obbligatorie di rilascio di biogas a produttori e importatori di gas naturale e introdurre una riforma per l’uso di biogas in ambito industriale, commerciale e residenziale in sostituzione al gas naturale fossile;
  • L’inquinamento dell’aria: allineare la legislazione nazionale con quella regionale e introdurre misure di accompagnamento per ridurre le emissioni inquinanti e per il relativo sistema di monitoraggio.

 

Una parte delle risorse del recovery fund l’Italia intende investirla nell’idrogeno. In attesa della strategia nazionale sull’idrogeno, con il PNRR lo Stato sceglie di darsi da fare per:

 

  1. Convertire aree industriali abbandonate da destinare alla sperimentazione della produzione dell’idrogeno da rinnovabili, procedere all’uso dell’idrogeno nel settore industriale e creare da 5 a 10 hydrogen valley con produzione ed uso locali;
  2. Creare un polo industriale per la produzione di elettrolizzatori di diverse dimensioni e tipologie;
  3. Creare una rete di stazioni per il rifornimento di idrogeno con 40 distributori adatti al rifornimento di camion;
  4. Ammodernare la rete dei trasporti su rotaie e delle ferrovie, sostituendo il diesel con l’idrogeno quando l’elettrificazione dei binari non è economicamente fattibile;
  5. Destinare risorse alla ricerca e allo sviluppo tecnologico per conoscere a fondo questo vettore, la sua produzione e le peculiarità connesse al trasporto e all’immagazzinamento.

 

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